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Il pilota che perse le ali

Asilo

di Giordano Di Fiore - pilota

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Siamo tutti rimasti scioccati alla notizia del pilota pazzo, che si schianta sulle Alpi francesi, per dare al suo suicidio un’allure di grandiosità, suscitando una gamma di emozioni che vanno dallo sconcerto, al panico, al ribrezzo, al terrore, all’odio.

Emozioni legittime: la notizia è terribilmente drammatica, oltreché particolarmente insolita. Come sempre, in questi casi poco chiari, emergono altre verità, altre valutazioni, ma non è questo l’oggetto dell’articolo.

Quello su cui vorrei porre l’accento, il fenomeno che mi lascia terribilmente sconvolto, è ciò che chiamerei lo stigma della follia. Da secoli, tutte le culture hanno nutrito una vera fobia del pazzo, perché è una diversità indomabile, incomprensibile, e dunque terrorizza, e va, di conseguenza, demonizzata, isolata. I pazzi sono stati incarcerati, torturati, bruciati vivi, picchiati, messi in catene e costretti a vivere come animali. Sono stati considerati figli del demonio, incarnazione del male…

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